Venti di Guerra, Fiorile 1262

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Principato

Data
decimo giorno della prima decade di Fiorile 1262

Descrizione

La Rosa ha domato il Leone!

Questo è l'inatteso verdetto dei campi di battaglia di Castelbruma, questo è l'esito di una giornata in cui l'arte della diplomazia ha infine prevalso sulla forza delle armi...

Le truppe dei due Re sono giunte nelle terre dei D'Urso divise e disperse, impegnate a combattere un nemico che non si aspettavano: i terribili Diurni, i Diavoli dei Ghiacci, calati a Castelbruma come una gelida tempesta. Il Principe di Meridia, Temistocle degli Alessandridi, è rimasto separato dai suoi uomini durante un attacco di Diurni e dato per disperso, come pure Ser Tancredi Roncaglia, il Reggente della Corona. Tuttavia dopo qualche giorno entrambi si sono ricongiunti alle navi che li attendevano e hanno fatto ritorno a casa.

Notizie confuse e frammentarie si sono sparse nel Regno, ma quel che è certo è che Re Edoardo è stato catturato sul campo e condotto come ostaggio fino a Venalia. Ciononostante, i membri della sua corte hanno saputo sfruttare le divisioni tra le Casate nobili di Meridia per imporre alla Principessa Clizia Elora degli Alessandridi la resa incondizionata.

L'alleanza del Ghiaccio e del Fuoco è così spezzata e ora v'è un unico Re a rivendicare tutte le terre sotto il suo dominio, un Re prigioniero in lande straniere, eppure forte dell'appoggio di quattro Principati su sette. Gli altri tre, si dice, seguiranno presto, eppure se è certo che la guerra ormai volge al termine, nulla ancora si può dire su come sarà la nuova pace che sorgerà dalle ceneri del vecchio Regno.

Le truppe di Temistocle ora debbono obbedienza e ausilio alle armate di Valleterna. Non sono ancora scese in campo a favore del loro nuovo Re, eppure è certo che abbiano smesso di battersi a fianco di brinnici e venali e che anzi abbiano accolto calorosamente nella stessa Piazza del Sole una delegazione di armati e notabili valniani. Inoltre gli uomini fedeli a Temistocle sembrano come svaniti nel nulla da Dimora: gli stendardi rossi e gialli che ne adornavano le mura sono stati prontamente arrotolati e ora la città più grande delle Terre Spezzate professa la sua fedeltà a Re Edoardo e al suo vassallo il Reggente Tancredi, la cui corte esiliata ha potuto far ritorno nell'antica capitale.

L'Eldalieste Luthien, la suprema comandante delle Armate di Neenuvar che era stata catturata dagli uomini di Temistocle, ha eluso la loro sorveglianza ed è tornata alla testa delle sue truppe, che hanno marciato a grandi passi attraverso le Paludi del Pianto fino a occupare completamente la Valle del Serpentino, che si affaccia sulle principali città di Venalia. Pare che molti dei miliziani schierati a difesa della valle abbiano disertato, costringendo i pochi rimasti a cedere le armi e lasciare il passaggio ai figli degli Elfi.

La flotta della Basilissa nel Mar del Vespero si trova ora stretta in una morsa , tra le navi meride a sud e quelle neenuvaren a nord. Le caracche venali controllano saldamente il solo Golfo di Vigezia.

Più a nord, le città brumiane prive di qualsiasi difesa marittima sono di fatto assediate dalle loro stesse navi, che ora sono condotte e armate da uomini di Valleterna. La difesa di Approdo vacilla e i Duchi Gotardo attendono impazienti il beneplacito del loro signore per poter trattare una resa onorevole della città.

Sulla terraferma, i pochi armati brumiani schierati a Conquista nulla hanno potuto per impedire alle schiere di valniani di attraversare i Monti; ora nell'Oltrespina si combatte palmo a palmo, eppure è solo questione di tempo prima che il Duca Sigfrido sia costretto a capitolare.

Nel Golfo Grande, le scorrerie dei Gàrgiari sono state bruscamente interrotte dall'avanzata delle flotte di Dimora, di Capo d'Alba e di Irradia, aiutate pare anche da altre navi meride. Le agili cocche dei predoni del nord che fino a ieri terrorizzavano l'intero Golfo sono ora riparate alla Gargiarocca e la stessa città di Riparossa è stata saccheggiata dalle flotte giunte dal sud, che hanno costretto il Clan della Volpe a trovare rifugio nella Selva Fatata. I capitani gàrgiari si sono ben guardati dal difendere Riparossa, probabilmente delusi dal fatto che il bottino loro promesso si sia rivelato troppo ben armato e ben difeso per essere colto.

Quella che iniziò come una disputa tra nobili per il Trono è ormai diventata una vera e propria guerra. Dove prima v'erano tre Re, ora solo uno rivendica il Trono, ma la sua voce è lontana e attutita dai pesanti broccati di Vigezia.

Il popolo già invoca la protezione di Edoardo, il Re in Catene, e benché nessuno sia certo di quando e come la pace tornerà, appare evidente che nessun uomo nelle Terre Spezzate sia in grado di opporsi al dominio di Valleterna...

Personaggi Coinvolti

Alarico D'Urso
Edoardo dei Castamanti
Temistocle degli Alessandridi
Nineve la Giusta
Lando Corvino Variano
Tancredi Roncaglia
Falcobrando
Clizia Elora degli Alessandridi